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Fratello Pasquino impersona il ruolo del fabbricante di torce, ha ideato questa attività allorché si è voluto accentuare l’illuminazione del Presepe Vivente utilizzando solo torce, ceri, lanterne.
La sua fantasia si è presto scatenata.
Ecco nascere un pentolone di ferro sopra un fornello dove arde in continuazione legna. Li si scioglie la cera. Dei teli di canapa vengono immersi nella cera bollente e avvolti
poi su dei pali di bambù, pali più a meno lunghi in relazione al tipo di illuminazione da adottare.
Questa attività è sempre attorniata da molti visitati che assistono con interesse e meraviglia . Spesso si alzano improvvise fiammate di fuoco allorché un po’ di cera cade nel fuoco. È una ulteriore suggestione di questa splendido lavoro.
I bambini sono i più curiosi e colloquiano sempre volentieri con il fratello Pasquino e spesso tornano a casa con il “torcino” a ricordo della nostra Notte di Luce.
La capanna del torciaio è un magazzino sempre ricolmo di torce, di bambù, ceste di cera e canapa. Solo lui riesce a gestire in modo esemplare questa attività.